Cos’e’ la scopofobia
Ti stai chiedendo se ce l’hai anche tu? A molti credo faccia venire in mente la paura di … fare sesso. La cosa sarebbe molto grave, soprattutto per le persone giovani.
Hai mai sentito parlare di scopofobia?
Se hai cliccato su questa pagina forse sì, o magari sei solo curioso.
Ti stai chiedendo se ce l’hai anche tu?
A molti credo faccia venire in mente la paura di … fare sesso. La cosa sarebbe molto grave, soprattutto per le persone giovani, perché il sesso ed ancora più l’atto d’amore, ha una marea di funzioni e dà benefici per la salute psichica e fisica di ognuno di noi: fa perdere peso, riduce le malattie cardiache, migliora le prestazioni cognitive… Tuttavia, la paura di fare sesso, quella è la sessuofobia.
La scopofobia è una fobia, ossia una paura, fin qui credo sia pacifico per tutti, ma paura di cosa?
Di essere osservato. Spero tu non sia rimasto deluso, ma è una cosa che può far soffrire molto le persone. Sì, perché se hai questa cosa e vai a vedere sul dizionario troverai:
paura di attirare l’attenzione,
parlare in pubblico,
essere osservato,
essere guardato…
I malpensanti allora subito crederanno che l’origine di questa paura stia nella falsità, nel voler nascondere chissà che, nell’essere una persona subdola e quindi pericolosa, invece…
Invece chi pensa così è completamente fuori strada perché la scopofobia si struttura da un trauma. (Già, il caro vecchio trauma di cui siamo spesso abituati a sentir parlare e che ci fa venire in mente Freud).
Di che tipo di trauma parlo? Eh, bella domanda, sicuramente qualcosa che ha spaventato molto e può essere piuttosto recente, ma anche antico. Esempi che mi vengono in mente possono essere: bullismo, esposizione a scene violente, esperienze vissute come pericolose…
I sintomi?
ansia
senso di perdita del controllo
strategie di evitamento delle situazioni ansiose (gente, luoghi pubblici, situazioni sociali in generale…)
panico…
Attenzione però, la scopofobia è ben definita, non pensare di averla o di riconoscerla in qualcuno solo perché è riservato, o timido, o introverso. Infatti ci possono essere anche correlazioni dirette con l’epilessia e condizioni neurologiche gravi. Attenzione quindi a fare autodiagnosi o etichettare il tuo vicino, potresti prendere grosse cantonate, piuttosto è importante che tu sia informato per poter rivolgerti ad uno specialista che sappia riconoscerla e curarla.
La cura?
Certo che esiste, nessuno al mondo è spacciato. Essendo però legata al nostro cervello e sentimenti, la terapia non solo di elezione, ma in questo caso di soluzione, è la psicoterapia.
Perché la psicoterapia?
Perché potrà individuare le giuste cause e riconoscere il modo migliore per affrontare le parti utili che generano la sofferenza della persona senza aprire altre finestre che magari non hanno un’incidenza così importante nel presente e futuro della persona.
Data di pubblicazione: 29 November 2024
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